Roma 28 aprile (cultura) - Un’importante mostra di pittura si è inaugurata al Palazzo Comunale il 27 aprile, con il doppio patrocinio dei Comuni di Ceccano e di Anagni stessa. Anna Capoccetta, ormai giovane ed affermata pittrice laziale, ha presentato una quarantina di opere, che rappresentano appieno un piccolo panorama dell’excursus e dell’evoluzione dell’artista. Abbiamo ammirato opere figurative dello scorso anno ed opere figurative recentissime: abbiamo notato con stupore l’evoluzione nella gestione dei colori. Ora l’artista domina l’arcobaleno della tavolozza; le stesse figure, prima classiche nella interpretazione, prendono ora forme diverse sfumando i toni ed i contorni. Ma la vera novità è rappresentata da una serie di dipinti dove il colore la fa da padrone e domina la tela; spatola, pennello, colori, stucco danno vita a forme ed a tonalità di colori che attirano immediatamente lo sguardo del visitatore portandolo in un turbinio di sensazione nuove ed ammantate di esoterismo. Il colore, la sua forza e composizione creano una situazione interiore, un violento turbinio: lo stesso che agita questa artista che vibra come le sue spatole ed alle quale trasmette furore, amore e profondità. Bruno Piattelli, noto stilista internazionale, cultore e collezionista d’arte moderna, per anni anche mercante d’arte, visionando una foto di una di queste opere, prima della mostra, ha esclamato “ma è Pollock!”. Si sbagliava, ma non sbagliava indicando ad Anna Capoccetta la via per esternare con vigore la sua voglia creatrice, dove l’impulso guida mirabilmente la mano durante l’esecuzione dell’opera. Un folto pubblico di autorità, di collezionisti e, ovviamente, di curiosi ed amici hanno affollato la vernisagge di sabato. L’amabilità di Anna Capoccetta, che contrasta nettamente con il suo prorompente furore artistico, ed un piacevole cocktail hanno concluso la serata. La mostra resterà aperta sino al giorno 2 maggio. Non perdiamola, stiamo assistendo al consolidamento artistico di un’artista, il cui talento è la trasposizione di se stessa nelle tele attraverso un primitivo, ma sapiente gioco dei colori.      massimo criscuoli tortora