Roma 15 dicembre - Nel quadro del costante sviluppo che il Tango sta continuamente registrando in Italia e in particolar modo a Milano, Miguel Angel Zotto, il più importante ballerino del mondo nell’ambito di questa danza, ha deciso di aprire proprio nel capoluogo lombardo la sua accademia, la Zotto Tango Academy. Il progetto è articolato da una struttura ambiziosa che punta ad andare molto aldilà della scuola di danza, dove le attività sono esclusivamente relative alla pura didattica. Le intenzioni sono quelle di realizzare un punto di riferimento di rilevanza europea dove il Tango sia coltivato in tutte le sue molteplici sfaccettature per offrire a tutti i frequentatori dello spazio, l’opportunità di conoscerne la cultura che fuori dall’Argentina non è stata ancora approfondita nella giusta prospettiva, lasciando il tango vittima degli stereotipi che ne hanno favorito il depauperamento commerciale. Quindi, un’operazione di verità dove il ballo riprende il suo posto tra la musica e la poesia, inopinatamente trascurate sul suo sfondo. Nella sua dimensione di fenomeno mondiale, il tango patisce lo scollamento tra il ballo, la musica e la poesia, restando nel terreno del freddo tecnicismo che sa anche raggiungere il virtuosismo ma che fatalmente non riuscirà mai a coglierne l’intima visceralità. Perdendo quella indispensabile prospettiva metafisica, è impossibile comprendere il Tango e coltivarlo in "quell’atto d’amore" (A. Piazzolla) che è la sua danza. E proprio perché il tango non sia ridotto ad un atto d’amore mancato che Miguel Angel Zotto ha pensato la sua
Zotto Tango Academy come il luogo dove la didattica del ballo deve essere accompagnata ad una dettagliata serie di incontri sulla storia del Tango; ad un corso che sveli i segreti e le vicende della sua nobile musica; a conferenze su vari temi; a spettacoli di Tango in cui lui e la sua Compagnia TangoX2 saranno protagonisti; a concerti destinati all’ascolto; a serate dove il Tango si balla come pratica tra gli allievi e a serate dove l’accesso sarà libero per tutti gli appassionati per dare luogo al rito della milonga. Come dice Paolo Conte in una sua celebre canzone "il Tango ha mille sfumature" e a questa acuta considerazione va aggiunto come nel corso della sua storia, il ballo si sia articolato in stili differenti ognuno dei quali ha tutt’oggi i propri seguaci. È fuori da ogni dubbio che il più elegante, armonico ed entusiasmante tra questi stili di tango sociale, vale a dire quello ballato nelle milongas, è il cosiddetto tango salon che ha mosso i propri primi passi, ha configurato il suo abbraccio emozionante, ha elaborato le sue sequenze innovative durante l’epoca d’oro del Tango: quando tra la fine degli anni ’30 e la metà degli anni ’50, le grandi orchestre come quella di Anibal Troilo, di Osvaldo Pugliese, di Carlos Di Sarli tra le centinaia in attività, prestavano le proprie straordinarie creazioni musicali ai ballerini di quella generazione. Ed è proprio da alcuni di questi ballerini che Miguel Angel Zotto ha appreso di prima mano l’arte del suo tango, la scioltezza delle sue figure raffinate che ora alludono ad un afflato romantico, ora si esprimono in un giocoso vortice virtuositico, ora prendono una piega di appassionato intimismo, ora sfilano in passaggi di leggera, apparente semplicità e che invece nascondono tutte le difficoltà insite nella semplicità. Un Tango caleidoscopico che come i caleidoscopi, dà luogo da una quantità pressoché infinita di disegni ed è un suggerimento straordinario per la fantasia, sia quella coreografica che quella creata improvvisandola nel tango sociale. E’ questo lo stile di ballo di cui Zotto è apostolo e messaggero, senza che questo abbia nulla di dogmatico. La didattica proposta per insegnarne i segreti è strutturata partendo dal concetto di connettere il corpo naturale con i movimenti in cui è articolato il linguaggio del tango salon, facendo convergere in una sorta di armonia la fisicità espressiva di ogni allievo con l’importanza che l’invisibile ha nella danza popolare. Un invisibile mistico, dove vanno ad accumularsi le conoscenze sulla musica e sulla storia del tango, per rimaterializzarsi in linfa essenziale dell’estetica visibile, congiungendo il movimento della danza con l’essere di chi lo compie. In questo passaggio è il segreto di ballerini quali Zotto ed i suoi maestri, Petróleo, Todaro, Virulazo, Copes, per cui il tango non è solo un vertiginoso esercizio estetico che resta sulla superficie dell’anima, ma esprime l’anima attraverso la sua essenziale esigenza di verità. Qui sta la grande lezione di poetica di Zotto, ed è solo attraverso questo percorso culturale che un corpo traboccante dei passi e delle figure del tango, può accedere più liberamente al sogno di bellezza che la danza promette. bm per informazioni www.zottostudios.com