La via della seta passa per l'Italia con BioSilk Road
Roma 4 gennaio - Selezionato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo (CARIPARO) nel bando per progetti di ricerca di eccellenza, il progetto presentato da CRA-API, sede di Padova "BioSilk Road: back to Italy. A new approach to sericulture to enhance silkworm natural strategies against pathogenic microorganisms". Al progetto parteciperà anche il Dipartimento di Biologia dell'Università di Padova, il Dipartimento di Agronomia, Animali, Alimenti, Risorse naturali e Ambiente (DAFNAE) dell'Università di Padova e il Dipartimento di Biotecnologie e Scienze della Vita dell'Università dell'Insubria. La ricerca proposta nel progetto parte dalla considerazione che la sericoltura è sempre stata radicata in Veneto, dove opera la sede dell’Unità di Ricerca di Apicoltura e Bachicoltura (CRA-API) che mantiene circa 200 ceppi di baco da seta (banca di germoplasma). Mentre l’allevamento del baco da seta in Italia ha subito un costante declino dall’inizio del ‘900, negli ultimi due anni il prezzo della seta è raddoppiato e le industrie tessili italiane hanno difficoltà nel reperire tale fibra. Le cause vanno ricercate soprattutto nel processo di industrializzazione della Cina, produttore quasi monopolista fino ad un recente passato. Inoltre, la seta comincia ad essere utilizzata anche per applicazioni biomediche ad alto valore aggiunto (legamenti artificiali, membrane corneali e protesi vascolari). Il progetto prevede di applicare alla bachicoltura tecniche innovative derivate dai recenti progressi della genetica. In particolare, ci proponiamo di studiare a livello molecolare e funzionale i peptidi antimicrobici, coinvolti nella risposta immunitaria innata del baco; utilizzeremo i ceppi appartenenti a CRA-API e caratterizzati da maggiore robustezza alle infezioni microbiche (responsabili di una perdita di bozzolo del 10-50%). Inoltre, per potenziare la resistenza dell’insetto, selezioneremo linee che producono maggiori quantità o forme più attive dei peptidi antimicrobici. Ciò permetterà di incrementare la produttività e di rendere più competitiva una filiera di confezionamento di seme-bachi (uova) per i Paesi emergenti, dove l’ambiente d’allevamento svantaggiato e le carenti condizioni igieniche richiedono ceppi vigorosi. Tale realizzazione rappresenterebbe la premessa per rifondare nella regione Veneto un'attività ad alto valore aggiunto, che, nel passato, ci ha sempre visti fra i primi al mondo. Le informazioni acquisite in questo studio, oltre a contribuire allo sviluppo della bachicoltura, forniranno le conoscenze di base per la comprensione dei meccanismi naturali di resistenza dei Lepidotteri agli antagonisti microbici, alcuni dei quali sono impiegati per la difesa delle colture agrarie e forestali. bm per informazioni www.aiol.it
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