Interscambio in crescita per il made in italy in Eurasia
Roma, 27 giugno - Volano gli scambi tra Italia e Unione doganale Russia, Bielorussia e Kazakistan nel primo trimestre di quest’anno. La crescita del business con la nuova ‘troika commerciale’ asiatica (assieme Russia, Bielorussia e Kazakistan rappresentano l’83% del potenziale economico dell’ex Urss) - secondo l’analisi del Centro studi di Intesa Sanpaolo su base Istat - è infatti del 5% per un valore che supera i 9 miliardi di euro e addirittura del 14% (8 mld di euro) nell’interscambio con la sola Russia. Buona la performance registrata anche sul fronte degli investimenti esteri diretti italiani (IDE) che nel 2011 hanno totalizzato la quota di 4,4 mld di euro raggiunta, in primis, da 750 imprese italiane operative in Eurasia. Ma l’Unione doganale tra i 3 Paesi (a cui partecipano dal 29 maggio scorso anche Ucraina e Kyrgystan in qualità di paesi osservatori) è per le imprese italiane un’enorme chance commerciale in parte ancora inespressa, nonostante la crescita del 50% negli ultimi 5 anni. È questo il tema del seminario previsto per domani a Roma, al Tempio di Adriano (ore 9-14), organizzato dall’Associazione Conoscere Eurasia e da Network Globale, Agenzia per l’internazionalizzazione, in collaborazione con Intesa Sanpaolo, Banca Intesa Russia, Studio Carnelutti e con il sostengo dell’Ice. L’Unione doganale rappresenta, così, un’autentica rivoluzione per il suo principale partner, l’Europa (con cui vanta il 60% degli scambi commerciali globali) e per l’Italia - al terzo posto tra i Paesi Ue dietro a Germania e Olanda - che nel 2012 ha fatto affari per 34,4mld di euro. L’area in questione, che conta complessivamente 180mln di abitanti e un Pil complessivo da 2 trilioni di dollari, riflette un nuovo possibile eldorado per il nostro export. Oltre alle crescenti relazioni con la Russia, infatti, sono enormi le potenzialità offerte dal ponte strategico a costo zero con gli altri 2 Paesi. Nel Kazakistan, destinato ad entrare nella top 5 mondiale tra i produttori petroliferi, gli scambi commerciali si sono sestuplicati nell’ultimo decennio, con l’Italia maggior partner commerciale Ue grazie a una quota del 13% sul totale degli scambi. Ma il nuovo hub strategico per le ventimila imprese nostrane impegnate nelle esportazioni verso i 3 Paesi eurasiatici è soprattutto un ponte fondamentale per raggiungere il completo sodalizio commerciale tra l’Unione Europea e quella eurasiatica, con l’attesa Unione economica eurasiatica, prevista a partire del 2015. Per il presidente dell’Associazione Conoscere Eurasia e di Banca Intesa Russia, Antonio Fallico: “La crescita registrata negli ultimi anni non deve trarre in inganno: i valori potenziali del nostro made in Italy sono molto maggiori e solo parzialmente espressi. Sullo scacchiere del mercato globale si è affacciato, con l’Unione doganale, un nuovo soggetto geo-politico-economico che sollecita ora nuove opportunità di crescita per le imprese italiane che sapranno raccogliere la sfida intraprendendo partnership con le realtà eurasiatiche”. Per Claudia Bugno, Consigliere di Network Globale, Agenzia per l’internazionalizzazione: "In uno scenario di recessione che ha colpito il Lazio negli ultimi anni e che è destinato a durare anche nei prossimi mesi, i dati mostrano che l’export continua ad essere l’unica variabile positiva dell’economia regionale. La Federazione Russa e l’Unione doganale rappresentano un’opportunità importante per le imprese, un'area strategica per disponibilità di risorse e possibilità di crescita". Al Tempio di Adriano sono intervenuti, tra gli altri, il ministro dell’Integrazione e della Macroeconomia della Commissione Economica Eurasiatica, Tatjana Valovaja; il Segretario di Stato Russia-Bielorussia, Grigory Rapota; il consigliere del Presidente della Federazione Russa, Sergey Glaziev; l’Ambasciatore della Repubblica Bielorussa a Roma, Evgeny Shestakov; il ministro consigliere dell’Ambasciatore della Federazione Russa a Roma, Dmitry Shtodin e il vicedirettore primo dipartimento per le relazioni con i Paesi CIS, Ministero Affari Esteri della Federazione Russa, Dmitry Poljanskij. bm
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