Una speranza per il futuro di Mario Sechi nel libro: Tutte le volte che ce l'abbiamo fatta
Roma 11 novembre - Ho incontratto Mario Sechi in questa piovosa domenica d'autunno e mi sono complimentata per il suo libro che sta riscuotendo molto successo editoriale. “La nostra narrazione collettiva è un po’ così: un misto tra il pasticciaccio brutto e la storia esemplare, il ruzzolone nel ridicolo e la storia strappacuore, la missione che naufraga nel menefreghismo e l’impresa titanica.” L’Italia è un Paese che si sottovaluta, fermo sulla soglia del mondo, abitato da irrimediabili Peter Pan. Perché non siamo capaci di salire sul “cavallo bianco” della Storia? Perché viviamo in un luogo pieno di memorie ma senza memoria? Perché abbiamo costruito il futuro e non riusciamo a viverlo? Tutte le volte che ce l’abbiamo fatta è una passeggiata in un caleidoscopico Paese sempre in bilico; una terra, tuttavia, dalle straordinarie avventure e ricca di biografie esemplari. Dopotutto noi italiani siamo figli di Collodi e Manzoni, siamo capaci di volare con Domenico Modugno e di correre con Pietro Paolo Mennea; di riconoscerci in Alberto Sordi e nello stile delle sorelle Fontana. Siamo sognatori come Federico Fellini, ma anche geniali scienziati come Enrico Fermi o Guglielmo Marconi: come sarebbero le nostre vite oggi senza le loro scoperte? Eppure, parlando al telefono, nessuno ricorda che il suo inventore è stato un italiano, Antonio Meucci; utilizzando un oggetto di plastica, non si pensa a Giulio Natta e, seguendo una partita di calcio, il pensiero non va al “metodo” di Vittorio Pozzo, con il quale la Nazionale vinse due mondiali consecutivi. Con stile brillante, Mario Sechi ci racconta l’Italia attraverso questi personaggi eccezionali, facendo emergere, sullo sfondo, la storia e l’economia, le visioni e le previsioni. Dal Risorgimento al Dopoguerra, dagli anni Settanta, con il caso Moro, sino alla sfida della contemporaneità, assistiamo a un’Italia percorsa da crisi economica, populismo e tecnocrazia, ma popolata ancora da grandi talenti, come Sergio Marchionne e Riccardo Muti, metafora del genio di un Paese che, nel bene e nel male, cerca ogni giorno di ritrovare slancio, forza e creatività. Un orizzonte possibile, per quelli che partono e per quelli che restano, ma che hanno sempre l’Italia nel cuore. Far tesoro del passato per poter migliorare il futuro, per non comprometterlo come oggi è il presente: un ponte tra oggi e domani per una Italia migliore per chi non vuole arrendersi. marina bertucci per informazioni www.mariosechi.it
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