In un dossier del FAI e WWF per l'ambiente a rischio di 75 ettori al giorno
Roma 31 gennaio - Il rapporto si basa su un progetto di ricerca condotta in 11 Regioni, il 44% del suolo italiano. Nel dossier si sostiene che, negli ultimi 50 anni, l'area urbana in Italia si sia moltiplicata di 3,5 volte ed è aumentata, dagli anni '50 ai primi anni del 2000, di quasi 600mila ettari. Persino quei Comuni che si sono svuotati a causa dell'emigrazione sono cresciuti di oltre 800 mq per ogni abitante perso. Nei prossimi vent'anni, la superficie di terra occupata dalle aree urbane, in Italia, crescerà di circa 600.000 ettari, pari a 75 al giorno (ovvero un quadrato di 6.400 chilometri quadrati). E' la stima che Fai e Wwf forniscono nel dossier 'Terra rubata, viaggio nell'Italia che scompare'. (leggi tutto)
Il rapporto si basa su un progetto di ricerca condotta in 11 Regioni, il 44% del suolo italiano, promosso dall'Università degli Studi dell'Aquila, in collaborazione con Wwf Italia, l'università Bocconi di Milano, l'Osservatorio per la biodiversità, il Paesaggio rurale e il Progetto sostenibile della regione Umbria. Nel dossier si sostiene che, negli ultimi 50 anni, l'area urbana in Italia si sia moltiplicata di 3,5 volte ed è aumentata, dagli anni '50 ai primi anni del 2000, di quasi 600mila ettari (oltre 33 ettari al giorno e 366,65 mq a persona con valori medi oltre il 300% e picchi di incremento fino al 1100% in alcune regioni, equivalenti all'intera regione del Friuli Venezia Giulia). In particolare, in 50 anni (1951 - 2011) persino quei Comuni che si sono svuotati a causa dell'emigrazione sono cresciuti di oltre 800 mq per ogni abitante perso. Altro capitolo la piaga dell'abusivismo edilizio. Dal 1948 a oggi, sono stati 4,5 milioni gli abusi edilizi, 75mila l'anno e 207 al giorno, a fronte di tre condoni negli ultimi 16 anni (1985, 1994 e 2003). Poi c'è il problema delle cave, che, nel solo 2006, hanno mutilato il territorio e scavando 375 milioni di tonnellate di 'inerti' e 320 milioni di tonnellate di argilla, calcare, gessi e pietre ornamentali. I progetti delle grandi infrastrutture, invece, mettono a rischio 84 aree protette, 192 siti di interesse comunitario e 64 international bird area. Dal 2000 al 2010, si registra, poi, in agricoltura, una diminuzione della superficie aziendale totale (Sat) dell'8% e della superficie agricola utilizzata (Sau) del 2,3%, mentre il numero delle aziende agricole e zootecniche diminuisce, nello stesso periodo, del 32,2%. Tra le proposte di Fai e Wwf, contenute nella road map per fermare il consumo del suolo, ci sono: "severi limiti all'urbanizzazione nella nuova generazione di piani paesistici e, in attesa della loro definitiva redazione, una moratoria delle nuove edificazioni su scala comunale; il censimento degli effetti dell'abusivismo edilizio su sala comunale per contrastare più efficacemente il fenomeno; dare priorità al riuso dei suoli anche utilizzando la leva fiscale per penalizzare l'uso di nuove risorse territoriali; procedere ai cambi di destinazione d'uso solo se coerenti con le scelte in materia di ambiente, paesaggio, trasporti e viabilita'". Ma anche "rafforzare la tutela delle coste estendendo da 300 a 1000 metri dalla linea di battigia il margine di salvaguardia; difendere i fiumi, non solo attraverso il rispetto delle fasce fluviali, ma con interventi di abbattimento e delocalizzazione degli immobili situati nelle aree a rischio idrogeologico; farsi carico degli interventi di bonifica dei siti inquinati, escludendo che i costi di bonifica vengano compensati attraverso il riuso delle aree a fini edificatori".
Massimo Criscuoli Tortora
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