Il 10 febbraio il Giorno del Ricordo per gli esuli della Dalmazia
Roma 6 febbraio - Nel marzo del 2004 il parlamento italiano ha approvato l’istituzione della Giornata del Ricordo dell’ Esodo, fissando la data del 10 febbraio , giorno in cui nel 1947 fu firmato il Trattato di Pace che assegnava l’ Istria e le coste dalmate alla Jugoslavia. Tra il settembre 1943 e la metà degli anni cinquanta, oltre 300.000 italiani abitanti dell’ Istria, di Fiume e della Dalmazia furono costretti a lasciare la propria terra. In Italia furono accolti in oltre cento campi di raccolta, circondati molte volte dall’ostilità dell’opinione pubblica e dal silenzio delle forze politiche. Nonostante questo, come ha scritto Claudio Magris, “i profughi giuliano dalmati dettero prova di grande dignità, di tolleranza, di moderazione “ pagando essi soli le colpe di una guerra perduta da tutta la nazione. Nel marzo del 2004 il parlamento italiano ha approvato l’istituzione della Giornata del Ricordo dell’ Esodo, fissando la data del 10 febbraio , giorno in cui nel 1947 fu firmato il Trattato di Pace che assegnava l’ Istria e le coste dalmate alla Jugoslavia. Gaeta ospitò un considerevole numero di profughi. Nel 1954 risultavano circa 150-180 esuli, ospitati nelle ex caserme: "Vittorio Emanuele II", "Cavour", e "Enrico Cosenz" nel quartiere vecchio di Sant'Erasmo. Le camerate della caserma intitolata al garibaldino Cosenz subirono profonde ma inadeguate trasformazioni, in quanto furono uniformate in piccoli spazi rettangolari; purtroppo molte finestre restavano ancora senza vetri, i servizi igienici erano sudici, maleodoranti e insufficienti, mentre l'acqua d'inverno era gelida e le cucine fumavano più che scaldare. Nelle altre due caserme la situazione non era migliore, in quanto "risentivano" dell'accoglienza data in precedenza agli sfollati di Montecassino e quindi presentavano locali usati e piuttosto malridotti. Il servizio mensa era chiaramente molto scarso e spesso si levavano proteste, ma quasi sempre moderate e dignitose. L'amministrazione comunale di Gaeta fu in genere favorevole e sensibile verso i giuliano-dalmati: già nel 1947 l'allora sindaco della città Giovanni Cesarale auspicò la nascita di un nuovo quartiere dove far sorgere la nuova Pola. Circa 80 profughi dell'isola dalmata di Lagosta (oggi Lastovo) si stabilirono nell'isola di Ponza, dove continuarono le attività di pesca lasciate nella terra di origine. A Gaeta, inoltre avvenne un'interessante iniziativa per offrire lavoro a un gruppo di pescatori istriani, ai quali vennero affidate alcune barche da pesca tra cui il peschereccio "Carlo O". Quasi la metà degli esuli presenti nel territorio pontino (in tutto circa 1.500) proveniva infatti da Fiume o dalle isole del Quarnaro. bm per informazioni: www.aiol.it
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