La Turandot
La TURANDOT di Giacomo Puccini
in una location straordinaria e suggestiva a Roma – 4 agosto 2015
di Giuseppina Levato
Emozionante rappresentazione dell’Opera del Maestro lucchese, in una location affascinante quale senza dubbio è il sito archeologico delle Terme di Caracalla, riaperto dal 2001 all’attività musicale e che, con una platea sotto le stelle di 4.000 posti, ha spalancato le sue porte al folto e appassionato pubblico dell’Opera, offrendo la magia del luogo unita alla grande emozione che la musica sa dare. Il ricco cartellone, che ha presentato ben 20 recite di opere liriche, quest’anno è stato dedicato ai capolavori di Giacomo Puccini, ma prevedeva anche la grandiosità della danza con i Pink Floyd Ballet e il Galà di Roberto Bolle oltre a giganti del rock e del pop, come Bob Dylan e Elton John che si sono esibiti registrando il tutto esaurito.
I cantanti, protagonisti in Turandot, insieme all’Orchestra e al Coro del Teatro dell’Opera di Roma sono stati sapientemente diretti dal Maestro Carlo Donadio che con trasporto ha condotto sottolineando la musica meravigliosa, nelle melodie e nell’orchestrazione, di questo grande compositore. La regia di Turandot in questo nuovo allestimento, minimalista e moderno, è stata affidata a Devis Krief, che ha curato anche la scenografia e le luci, con una piccola chicca anche per gli addetti ai lavori: la scelta per una scena caratterizzante nella quale ha fatto esibire il sax sul palco insieme al coro di ragazzini nel primo atto, in una sorta di cammino, e che come da partitura, intona all’unisono “Là sui monti dell’est”, melodia tratta dalla canzone folk cinese Mo Li Hua.
TURANDOT, dramma lirico in 3 atti e 5 quadri, su libretto di Giuseppe Adami e Renato Simoni musicato da Giacomo Puccini tra luglio 1920 – ottobre 1924.
La trama: In Cina viveva una principessa, Turandot, che aveva paura degli uomini a causa della violenza subita da una sua antenata per mano di uno straniero. L’Imperatore e padre di Turandot, Altoum, vuole però che si sposi. Alla fine lei accetta di sposare solo un nobile che sarà in grado di risolvere tre enigmi da lei proposti: se fallirà, però, morirà, e molti furono i giovani principi ad essere giustiziati.Calaf, principe tartaro spodestato, si innamora di Turandot e decide di provare a risolvere gli enigmi.
Il vecchio padre di Calaf, Timur, e la fedele schiava Liù, innamorata di Calaf, tentano invano di fargli cambiare idea. Calaf riesce a risolvere i tre enigmi proposti dalla principessa, che è disperata perché non vuole sposarsi.Calaf le propone a sua volta una sfida: se prima dell’alba la Principessa riuscirà a scoprire il suo nome, egli morirà.
Turandot riesce a rintracciare Timur e Liù, ma entrambi non diranno nulla e Liù, sentendo di non poter più resistere alle torture, si suicida. Alla fine sarà lo stesso Calaf a rivelare a Turandot il proprio nome…
L’opera rimase incompiuta plausibilmente a causa della prematura morte dell’autore, e, all’ incanto della celeberrima romanza ‘Nessun dorma’, purtroppo non è seguito nessun finale scritto di suo pugno. C’è chi sostiene che Turandot rimase incompiuta non a causa del male che affliggeva Puccini, ma per la sua “incapacità” di far trionfare l’amore. G.L.