Paseo de Grazia da una vetrata di Casa Battlò

Barcelona – Such a beautiful horizon          (Barcellona – Un così bello orizzonte)

Barcelona – Like a jewel in the sun             (Barcellona – Come un gioiello alla luce del sole)

Por ti sere gaviota de tu bella mar              (Per te sarei il gabbiano del tuo bel mar)

Barcelona – Suenan las campanas             (Barcellona – Suonano le campane)

Barcelona – Abre tus portas al mundo     (Barcellona – Apri le tue porte al mondo)

(Barcelona – Montserrat Caballé e Freddy Mercury )

Visitare e amare Barcellona sono la stessa cosa, quando si cede al desiderio di visitare la città catalana basta una passeggiata per le sue strade per subirne il fascino ed innamorarsi di questa città adagiata sulle coste del mar Mediterraneo, stretta nell’abbraccio delle colline intorno, punteggiata da parchi e percorsa da viali alberati, ricca di arte, musica ed allegria, viva, sempre in movimento, giovane.

Vista della città da casa Milà

Eppure Barcellona è una città antica, la sua storia inizia da molto lontano, secondo la leggenda fu fondata da Amilcare Barca padre di Annibale, in realtà non ci sono prove di un’origine punica o greca della città, più probabilmente furono genti di origine ibera a fondare, intorno al 300 a.C., la città di Barcino.

Plaça Garriga I Bachs, Monumento ai martiri del 1809

Nel 219 a.C., durante la seconda guerra punica tra Roma e Cartagine, l’abitato venne conquistato dai romani che la riorganizzarono come un castrum di cui conserva ancora la struttura nelle strade che ricalcano la disposizione degli accampamenti e le mura di quella prima città ancora in piedi.

Resti di mura romane

Il centro del castrum era situato nell’attuale Placa de Sant Jaume, i romani ribattezzarono la città con il nome di Colonia Iulia Augusta Faventia Paterna Barcino diventata poi Barcellona o, in catalano, Barcelona.

Nel V sec. la città fu conquistata dai Visigoti che ne fecero la loro capitale provvisoria, fu poi la volta dei Mori e quindi dei Franchi.

Tempio del Sagrat Cor sul Monte Tibidabo

A partire dal X secolo Barcellona ebbe un lungo periodo di prosperità che continuò quando il conte della Catalunya divenne re di Aragona il che la rese capitale del Principato di Catalogna. Il porto divenne uno dei maggiori del Mediterraneo rivaleggiando con Genova con la quale furono firmati trattati commerciali e di navigazione. Il centro della città si arricchì di edifici gotici e di due nuove cinte murarie.

Teatre del Liceu

Nel XV secolo iniziò il suo declino, il matrimonio tra Ferdinando II D’Aragona e Isabella di Castiglia tagliò fuori Barcellona dai commerci con le Indie Occidentali da poco scoperte da Cristoforo Colombo. Nel 1717, dopo la sconfitta subita da re Filippo V di Borbone, la Catalogna perse l’indipendenza politica.

Con l’apertura del Canale di Suez Barcellona tornò ad essere un’importante città e, grazie all’industrializzazione dell’Ottocento e del Novecento, tornò ad essere un centro commerciale, politico e culturale.

Plaça de Catalunya

Durante la guerra civile Barcellona si schierò dalla parte della Repubblica, la città fu massicciamente bombardata e poi occupata dall’esercito franchista il 26 gennaio 1939, il regime abolì le istituzioni politiche autonome e vietò l’uso della lingua catalana.

 

Fontana di Santa Ana, la più antica di Barcellona

Alla fine degli anni settanta, con il ritorno della democrazia, Barcellona cominciò il recupero dell’identità catalana e con l’ingresso della Spagna, nel 1986, nell’Unione Europea la città avviò un processo di sviluppo culturale e urbanistico che l’ha trasformata nell’attuale, moderna città, seconda per numero di abitanti dopo Madrid, capoluogo della Catalunya, maggior porto commerciale e turistico della nazione e uno dei più grandi d’Europa.

Situata nella Spagna orientale a Sud dei Pirenei, a 150 km dal confine con la Francia in una pianura posta tra la catena montuosa franco-spagnola con il mare ad est, è circondata da alture come il Tibidabo di 516,2 m che domina la città con il suo parco divertimenti e il Montjuic di 184,8 m.

El Born Centro della Cultura e della Memoria

Da dove iniziare a visitare la città?

Forse dalle sue innumerevoli spiagge che sono attrezzate non solo per il periodo estivo ma anche per tutto l’anno con campi dedicati a diversi sport o forse dal lungomare che offre una piacevole passeggiata fino alla teleferica che raggiunge la collina di Montjic per godere del panorama e dove si trova il Castell de Montjuic, un’antica fortezza militare che serviva per vigilare sull’entrata a Barcellona dal mare. Qui fu fucilato dalla polizia franchista, nel 1940, Lluis Companys i Jover, presidente della Generalitat de Catalunya oggi considerato eroe nazionale catalano.

Lungomare

Ritornati sul lungomare si può raggiungere Plaza Portal de la Pau, Piazza Portale della Pace, dove svetta il monumento a Cristobal Colon, in spagnolo o Cristòfor Colom, in catalano, come chiamano il nostro Cristoforo Colombo.

Il monumento fu inaugurato il 1° giugno del 1888 in occasione della prima Esposizione Universale per volere del mercante Antoni Fages i Ferrer per ricordare che, di ritorno dal Nuovo Mondo, Colombo si fermò proprio a Barcellona.

Arrivati in piazza potete scegliere se salire con l’ascensore sul Mirador di Cristofor Colom a 60 metri di altezza, o se preferite, potete girare intorno al monumento per ammirare le tante statue presenti e decifrare le allegorie e i riferimenti ai fatti storici che rimandano alla vita di Colombo.

Alla base del complesso monumentale si trovano otto leoni di guardia, quattro semisdraiati sulle zampe posteriori, quelle anteriori ben erette e la testa fiera che sorvegliano il mare e la città,

gli altri eretti che sorvegliano il traffico.

Sul piedistallo otto rilievi rettangolari raccontano la vita di Colombo dalla richiesta di alloggio presso il Monastero di La Rabida, la partenza delle tre caravelle, l’approdo nel Nuovo Mondo, e infine il re che, proprio a Barcellona, riceve Colombo al ritorno dal primo viaggio alle Indie Occidentali.

Sempre sul piedistallo si trovano 8 scudi dei paesi spagnoli e americani legati a Colombo tra i quali Cordoba, Salamanca, Cuba e Barcellona. Intorno alla colonna ci sono le quattro statue dedicate ai personaggi legati alla storia di Colombo e del suo viaggio come Lluis de Santàngel, consigliere del re, Bernard Boil, diplomatico, Jaume Ferrer de Blanes, cosmografo e scrittore che produsse la prima mappa dopo la scoperta delle Americhe e Pere de Margarit, soldato catalano che accompagnò Colombo nel suo secondo viaggio.

Per ogni monumento sullo sfondo ci sono due medaglioni in bronzo dedicati a vari personaggi tra i quali spiccano la regina Isabella di Castiglia La Cattolica e re Ferdinando II il Cattolico e tra una statua e l’altra sono raffigurati i regni medievali spagnoli di Aragona, Castiglia, Leòn e Catalunya riconoscibile per lo scudo con le quattro barre.

Sulla base della colonna ci sono quattro gruppi di caravelle con grifoni che reggono lo scudo di Barcellona

il tutto sormontato da Vittorie alate che offrono la corona dell’immortalità al festeggiato Colombo.

Il capitello regge il punto panoramico e sopra si trova la statua di Colombo con i capelli lunghi e il tipico vestito del suo tempo, in una mano stringe una mappa mentre con l’altra indica imperiosamente la direzione ma non si sa verso cosa punta esattamente. Sui 4 lati le allegorie dei 4 continenti Europa Africa, Asia e America, l’Oceania sarà scoperta vent’anni dopo l’America.

Riprendendo la nostra passeggiata si può risalire la rambla, un’arteria con un viale centrale pedonale che da Placa de Catalunya giunge fino al mare in Plaza Portal de la Pau.

Lungo la rambla si incontrano negozietti di souvenirs, ristoranti, fiorai che espongono una divertente varietà di semi.Una sosta lo merita senza dubbio il Mercat de Sant Josep noto come La Boqueria

che, oltre ai banchi di carne, pesce, frutta e verdura freschi, propone un assortimento di piatti pronti per uno spuntino veloce o un pranzo più sostanzioso in uno dei tanti ristoranti che circondano il mercato.

Il mercato è uno dei più antichi di Barcellona, già nel 1200 nello stesso posto si vendevano carne e pesce, il nome gli viene dal terreno dove si trovava l’antica chiesa di Sant Josep, dapprima il mercato si teneva all’aperto con i banchetti degli ambulanti e degli agricoltori che vendevano direttamente i loro prodotti sulla strada, l’area fu ricoperta nel 1914.

Risalendo la rambla si si può spostare verso est dove si trova il Barrio Gotico nel cuore del quale vi attende la spettacolare Catedrale de la Santa Creu i Sant’Eulalia, in catalano, ossia Cattedrale della Santa Croce e Sant’Eulalia.

Facciata della Cattedrale

Dedicata dal 599 alla Santa Croce ricordata ogni anno il 3 maggio con una solenne benedizione impartita a tutta la città dalle terrazze della chiesa, dall’877 la basilica fu dedicata anche a Santa Eulalia, patrona di Barcellona martirizzata in epoca romana.

Fonte Battesimale

Il primo luogo di culto fu una basilica paleocristiana, i Visigoti la lasciarono intatta, durante l’invasione araba divenne, forse, una moschea, restaurata fu di nuovo consacrata al rito cattolico intorno all’ 877.

L’attuale cattedrale in stile gotico fu costruita tra il XIII e il XV secolo sui resti delle precedenti chiese situate sulla sommità del Monte Tabor, il colle che è la parte più elevata della città vecchia,

Dopo aver ammirato la splendida facciata si accede alla chiesa divisa in tre navate.

Le cappelle si aprono sulle navate laterali e proseguono nella parte intorno al presbiterio e all’abside ed ognuna è arricchita da opere d’arte che raccontano la vita del santo a cui è dedicata o illustrano passi del Vangelo.

Altare de la Mare de Deu de L’Alegria

Mare de Deu de L’Alegria, particolare

Sotto il presbiterio è situata la cripta di Sant’Eulalia,

il sarcofago in alabastro è opera dello scultore pisano Lupo di Francesco, nella parete di fondo un’iscrizione dell’877 ricorda il ritrovamento dei resti della Santa nella chiesa di Santa Maria del Mar.

Nella navata centrale della basilica si trovano i resti di alcuni sovrani.

Una delle tante vetrate del duomo

Nel giardino del chiostro, intorno ad una vasca colma d’acqua chiamata “fuente de Las Ocas”, vivono 13 oche bianche a ricordare gli anni della santa e il numero di torture da lei subite oltre a sorvegliare il sepolcro della Martire situato nella cripta della cattedrale.

Fuente de Las ocas

Sempre nel Barrio Gotico, in Plaça del Rei, si trova il museo di storia di Barcellona, all’interno i reperti raccontano Barcellona dalla sua fondazione con i resti dell’antica città romana di Barcino, il tempio di Augusto e la necropoli romana della Placa de la Vila de Madrid fino alla storia della Barcellona contemporanea raccontata in nuovi spazi distribuiti per tutta la città.

Plaça de Sant Jaume sorge dove si incrociavano il cardo e il decumano dell’antica colonia romana di Barcino e dove sorgevano anche il foro e il Tempio di Augusto.

Attualmente nella piazza si trovano il Palau de la Gereralitat de Catalunya sede del Parlamento della Catalunya e la Casa de la Ciutat, sede del comune di Barcellona.

Un’altra bella chiesa da visitare è la basilica di Santa Maria del Mar, costruita tra il 1329 e il 1383 in puro gotico catalano.

Data la vicinanza al mare è considerata la chiesa dei marinai, fin dalla sua edificazione appartenne ai fedeli della parrocchia, responsabili e acquirenti dei materiali destinati alla costruzione, da quanto si sa tutta la popolazione del quartiere avrebbe partecipato alla costruzione della chiesa in particolare i bastaixos, gli scaricatori del porto, che trasportarono a spalle e con le loro barche le enormi pietre dalle cave alla piazza, un tempo occupata da un anfiteatro romano, dove sarebbe sorta la chiesa che sarebbe stata terminata in soli 50 anni, data la velocità di realizzazione la basilica non è stata costruita con i diversi stili che si succedevano con il passare dei secoli ma è l’unica chiesa rimasta in piedi ancora oggi in puro stile gotico catalano.

In quel periodo il quartiere era andato arricchendosi di dimore sontuose abitate da ricchi mercanti e nobili famiglie, venne decisa, quindi, la costruzione di una basilica per il quartiere ed anche per ringraziare la Vergine Maria per la conquista della Sardegna da parte della Catalunya.

Retablo Mare de Deu dell’Esperança

La facciata è richiusa dalle due torri ottagonali, l’interno è suddiviso in tre navate ma le colonne sono molto lontane tra di loro dando così l’impressione di un unico spazio come se l’interno fosse costituito da una sola navata.

Nel 1428 un terremoto causò il crollo del rosone che venne ricostruito copiando fedelmente l’originale.

In una delle cappelle una targa ricorda il punto in cui Sant’Ignacio di Loyola, fondatore della Compagnia di Gesù, chiedeva l’elemosina per pagarsi gli studi.

Sant’Ignazio di Loyola

Targa commemorativa

Molti degli arredi, le immagini e l’altare barocco furono distrutti nell’incendio, che divampò nella cattedrale per undici giorni di seguito, scoppiato nella notte del 19 luglio 1936 durante la guerra civile e, volutamente, non sono stati sostituiti.

Lo scrittore spagnolo Idelfonso Falcones, nel 2006, ha pubblicato un romanzo dal titolo La cattedrale del mare ambientato nel periodo e nei luoghi della costruzione della basilica.

Sempre nel Barrio Gotico si trova il Museo Picasso,

Autoritratto di Pablo Picasso

distribuito in cinque palazzi di epoca gotica raccoglie, nella collezione permanente 4249 opere risalenti per la maggior parte alla gioventù dell’artista trascorsa a Barcellona dal trasferimento della famiglia in città quando Picasso aveva 14 anni.

Riproduzioni di bozzetti e schizzi di Pablo Picasso

Straordinaria la raccolta di appunti, schizzi, studi che testimoniano non solo la genialità del pittore ma anche la sua ricerca si potrebbe dire ossessiva di interpretazioni personali della realtà come la serie di studi per i Piccioni o per le Meninas, rifacimento in 58 versioni del quadro di Velazquez esposto al Museo del Prado a Madrid.

Las Meninas (infanta Margarida Maria) 

Las Meninas 

Uno dei palazzi del museo Picasso

Ritornando verso la rambla ci si imbatte di continuo in scorci pittoreschi di vicoli, palazzi, o piazze come Placa Reial

dove, durante il fine settimana, si ritrovano collezionisti di francobolli e monete e si giunge infine in Plaça de Catalunya considerata la piazza principale della città.

Plaça de Catalunya

All’esterno delle mura medievali della città, davanti ad una delle porte d’accesso esisteva un grande spiazzo da dove si partiva il viale alberato che conduceva a Gracia, in occasione dell’Esposizione Internazionale del 1929 fu decisa la costruzione di una grande piazza, realizzata nel 1927 diventata, di fatto, il centro nevralgico della città, punto di partenza delle principali arterie come il Passeig de Gràcia e la Rambla de Catalunya ma anche delle linee ferroviarie e metropolitane.

La piazza circondata da negozi, hotel e viali alberati, interamente pavimentata, ha numerose fontane e statue realizzate dai più celebri artisti catalani dell’epoca, vi troviamo, tra le altre, 8 statue di pietra, 4 rivolte verso il monte e 4 verso il mare, la Maternità, il monumento dedicato all’ex presidente della Generalitat, Francesc Macià, le Quattro Province, in omaggio alle province catalane: Tarragona, Lleida, Girona e Barcellona, quest’ultima rappresentata con un’allegoria dell’industria, del commercio e della navigazione.

Allegoria di Barcellona

A questo punto si inizia a risalire Paseig de Gracia

dove si trova una sfilata di negozi di marchi internazionali oltre a ristoranti, bar e locali e la Manzana della Discòrdia ossia un complesso monumentale di edifici che rappresentano la diversità delle varie tendenze architettoniche sviluppatesi a Barcellona contemporaneamente. Il nome deriva da un gioco di parole basato sul doppio significato, “isolato” e “mela”, della parola spagnola “manzana” rimandando così al mito del pomo della discordia quando Paride fu chiamato a decidere quale fosse la dea più bella, a vincere fu Venere che gli aveva offerto come ricompensa Elena. Una dietro l’altra, lungo il viale, si susseguono le facciate di case realizzate dai più importanti architetti catalani del tempo ad iniziare dal n 35 con Casa Lleò Morena di Lluis Domenech i Montaner

Casa Amatller di Josep Puig i Catafalch

a concludere con il n 43 di Casa Batllò.

Casa Battlò di Antoni Gaudì

Chi voglia atteggiarsi ad eroe troiano per decidere quale edificio meriti in dono il pomo d’oro come ricompensa avrà il piacere di potersi divertire ad ammirare la genialità ma anche il desiderio di partecipare ad una sfida di questi grandi artisti.

Cosa rimane da ammirare ancora in questa fantastica città? Un’infinità di altre attrazioni attendono i turisti come dimostra il nutrito elenco di beni Patrimonio dell’Umanità UNESCO:

Palau de la Musica Catalana dell’architetto Lluìs Domenech Montaner completato nel 1908 ricco di vetrate e di ceramiche ha sopra il palco un organo da chiesa, la facciata è decorata in cotto con busti di grandi compositori, l’ingresso è situato in una torre che corona il palazzo.

Anche l’Hospital de Sant Pau è opera dell’architetto Montaner che lo concepì come una città-giardino, un villaggio dotato di strade, padiglioni, chiesa e convento. I padiglioni sono collegati tra di loro da passaggi sotterranei, ovunque colori e ornamenti nella convinzione che un ospedale bello potesse favorire la guarigione dei malati. La struttura fu edificata sulle fondamenta di un ospedale del 1400.

E poi inizia l’esaltante elenco delle opere realizzate da Antoni Gaudì da Parc Guell,

il magico parco da dove lo sguardo spazia su tutta la città, Palazzo Guell lungo la rambla, Casa Vicens, dove visse Antoni Gaudì, la Cripta della colonia Guell, casa Milà nota anche come la Pedrera,

Casa Battlò

per finire con la più straordinaria realizzazione di questo meraviglioso artista, la facciata della Natività e la Cripta de la Sagrada Famiglia di cui ogni visitatore è anche un poco proprietario perché l’incasso dei biglietti di ingresso alla Sagrada è devoluto per il finanziamento dei lavori ancora da completare.

In definitiva visitare Barcellona è un piacere per gli occhi grazie alle innumerevoli opere d’arte disseminate per la città,

è un piacere per il gusto, nei numerosi locali l’invito è sempre allettante per gustare una delle tante varietà di paella,

oppure lasciarsi tentare dalle tapas, dalla cucina marinara o da quella di terra annaffiando il tutto con ottimi vini o con una bella coppa di profumata sangrìa, è un piacere per l’olfatto per gli aromi inebrianti provenienti e dai ristoranti e dai giardini dove piante ed arbusti fioriti riempiono di colore le strade,

è un piacere per il tatto che trova le sue soddisfazioni nei tanti mercati ma anche in case museo dove non solo è consentito ma si richiede proprio di toccare con mano la levigatezza di un corrimano, l’eleganza di una maniglia, il tepore di una raffinata accoglienza ed è anche un piacere per l’udito perché c’è musica ovunque, nei parchi, nelle piazze, nei locali musicisti scanzonati o raffinati riempiono l’aria di motivi che spaziano da arie classiche a ballate popolari senza dimenticare il ritmo delle nacchere che accompagna i ballerini di flamenco .

Questa è Barcelona: inebriante per i sensi, per la mente, per il corpo, per il cuore e oltre…

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