In un pomeriggio di inizio maggio tra le vie di Varese si nota un fenomeno di solito consueto: bambini e genitori che passeggiano per le strade assolate. Sabato 4 maggio di poco consueto c’è la destinazione: l’Auditorium “Paolo Conte” del Liceo Musicale “Malipiero” per assistere alla lettura della fiaba “I musicanti di Brema” rielaborata da Anna Castellazzi, letta dalla “cantastorie”, come si definisce lei, Liliana Maffei con l’accompagnamento musicale dello straordinario “Ensemble de Saxophone di Varese” diretto dal Maestro Giuseppina Levato.
Intanto è stato un vero piacere vedere tanti genitori disposti ad accompagnare i propri figli ad assistere ad un concerto, affascinante vedere come i tanti bambini abbiano assistito all’evento con entusiasmo e partecipazione a sottolineare, qualora ve ne fosse bisogno, che non è vero che ai bimbi di oggi piacciono solo i tormentoni estivi e le sigle dei cartoni animati ma che sono capaci di ascoltare con piacere anche la musica “impegnata” per il semplice motivo che è musica, che è bella, piacevole, allegra, trascinante e, quindi, perfetta per i nostri ragazzini.
Ma veniamo un attimo al progetto che ha portato a questo pomeriggio musicale, si chiama “Racconti al Pentagramma” e ha visto le tre splendide ideatrici collaborare per rielaborare o scrivere ex novo delle fiabe che fanno da traccia al susseguirsi di brani di musica classica e popolare riarrangiati ed adattati all’organico dell’Ensemble dal Maestro Levato.
Il tutto rientra, come ha ricordato il Maestro Anna Castellazzi nel presentare l’evento, nel progetto di più ampio respiro indicato come musica d’insieme che vede impegnato il Liceo da diversi anni e che punta a far collaborare e a suonare “Insieme” ragazzi, adolescenti e senior oltre a veri e propri professionisti per imparare che si può stare insieme serenamente imparando uno dall’altro a collaborare.
Far parte di un’orchestra ha questa base fondamentale: ognuno dipende da quello che fa ognuno degli altri, lo sforzo singolo di ogni musicista si fonde e si amalgama con quello di tutti gli altri ed ognuno diventa solista e orchestra per essere una sola mente e un solo cuore. Da anni l’Ensemble ci ha abituati a queste performance che si rivelano sempre affascinanti e coinvolgenti ed anche questa volta non ci ha delusi ma partiamo dalla fiaba.
“I Musicanti di Brema” è una fiaba dei fratelli Grimm. Nel 1800, forse già captando il cambiamento che c’era nell’aria, diversi scrittori nei vari paesi europei iniziarono a battere le campagne per farsi raccontare dalle nonnine le fiabe della loro infanzia nel timore che non venissero più tramandate oralmente come era avvenuto per secoli. Jacob e Wilhem Grimm, nati e vissuti in Germania tra la fine del 1700 e la prima metà del 1800 raccolsero in Fiabe per bambini e famiglie (1812) un numero straordinario di racconti fiabeschi raccolti tra i contadini e la gente del popolo mantenendo intatto il linguaggio semplice e spontaneo della lingua popolare.
“I musicanti di Brema” si distingue tra le altre fiabe perché non c’è l’eroe che interviene a salvare la fanciulla, sono i protagonisti a salvarsi da soli, poi perché nessuno aspira a diventare un eroe o un principe o un cavaliere.
La storia inizia con un asino che, dopo aver servito il padrone per molti anni, è invecchiato e non è più in grado di lavorare, sentendo che il padrone vuole eliminarlo il ciuco decide di abbandonare l’ingrato e di recarsi a Brema per andare a far parte della banda municipale.
Lungo la strada l’asino incontra un cane da caccia che giace sfinito sulla strada, anche lui ormai vecchio, non è in grado di andare a caccia e il padrone vuole ucciderlo, l’asino lo invita ad unirsi a lui per raggiungere Brema.
Dopo un po’ incontrano un gatto molto triste perché invece di stare accanto alla stufa al calduccio a fare le fusa la padrona vuole che vada a caccia di topi e, visto che non è più in grado di farlo, ha cercato di annegarlo.
Anche lui si unisce al gruppetto di aspiranti musicisti e proseguono il cammino fino ad incontrare un gallo che strilla a squarciagola, alla domanda su che avesse da strillare tanto il gallo risponde che l’indomani per la festa la padrona aveva dato ordine di tirargli il collo per farlo lesso e offrirlo così ai suoi ospiti. Anche il gallo si unisce alla banda di fuggiaschi.
Tutti insieme camminarono per tutta la giornata e la sera si fermarono in un bosco, il gallo che si era appollaiato sui rami più alti di un albero vide una luce e pensando che potesse esserci una casa dove trovare cibo e rifugio si diressero verso di essa.
La casa era occupata da un gruppo di briganti, i quattro fuggiaschi cominciarono un concerto speciale facendo il loro verso e i briganti, spaventati, scapparono nel bosco lasciando gli animali padroni della casa. Dopo aver mangiato ognuno dei nuovi occupanti si scelse un posto dove dormire ma i briganti decisero di mandare uno di loro ad esplorare la casa per vedere chi ci fosse dentro, il malcapitato incappò prima nel gatto che gli soffiò contro e lo graffiò, poi nel cane che gli morse una gamba, l’asino gli diede un calcio e il gallo cominciò a strillare con tutto il fiato che aveva.
Il brigante corse dai compagni affermando che nella casa viveva un’orribile strega che lo aveva graffiato, un uomo lo aveva accoltellato, un mostro nero lo aveva colpito con una mazza e in cima al tetto il giudice urlava di portargli il furfante. I briganti non tornarono più nella casa dove rimasero i quattro musicisti mancati.
I livelli di lettura e interpretazione di questa fiaba sono molteplici, quattro improbabili amici se non addirittura nemici giurati come il cane e il gatto si uniscono per sfuggire a un destino crudele, dopo una vita di lavoro e sfruttamento non sono più utili al padrone che decide di eliminarli, potrebbero rivoltarsi contro il padrone, potrebbero fargli del male come dimostrano con i briganti ma non lo fanno, scelgono di andarsene verso un destino migliore, scelgono di diventare musicanti in una orchestra, scelgono la musica per curare la tristezza, la delusione, l’amarezza. Si mettono insieme e dimostrano che insieme sono anche in grado di combattere e di lottare ma ognuno a modo proprio. Non c’è un capo, ognuno è libero di decidere.
Ritorniamo al concetto iniziale di musica d’insieme dove ognuno dà quello che può dare impegnandosi, però, senza risparmiarsi.
E ritorniamo quindi alla musica che interviene durante le pause della lettura, musiche scelte appositamente per questo evento e che sottolineano lo snodarsi della storia.
Si parte con Shostakovich, nella Suite Jazz n 2, Marcia finale e davvero si forma l’immagine di questi animali in marcia verso un loro futuro migliore, poi è la Marcia del Sultano di Gioacchino Rossini ad accompagnare i quattro amici verso la loro destinazione e di seguito la Seconda Suite in F di Holst. Al Cigno del Carnevale degli animali di Saint-Saens è affidato il momento più struggente del concerto ma subito dopo troviamo la Suite for Portraits of Sax di S. Petrucci.
L’ensemble ha poi incantato il pubblico con Galli e Galline sempre dal Carnevale degli Animali, esilarante l’interpretazione dell’ensemble dove al chiocciare delle galline e al pigolare dei pulcini dei sax facevano da contrappunto le voci dei musicisti che si sono divertiti ad abbaiare, miagolare, ragliare. Bello Un mercato persiano di A.W.Ketelby, stavolta nel brano non più gli animali della fattoria ma un grande serraglio orientale con elefanti che si muovono maestosi, cammelli lenti e dinoccolati, cavalli scalpitanti e il brusio sommesso delle voci dei venditori. Nel brano dello Squalo di J. Williams è facile ritrovare il panico dei briganti messi in fuga dai musicanti. Si conclude con la Suite Jazz n 2 marcia, valzer e marcia sempre di Shostakovich che sottolineano la vittoria dei nostri eroi e la sconfitta dei malvagi che siano gli ingrati proprietari o i crudeli briganti.
Alla fine dello spettacolo il pubblico che aveva partecipato con grande entusiasmo era più che deciso a non alzarsi senza aver ottenuto un bis che è stato graziosamente concesso ricordando un grande cantautore italiano, Fabrizio De André, nel 25° anniversario della sua morte.
Le note allegre di Don Raffaè che denunciano la situazione nelle carceri e il ritornello divertente di volta la carta che tra le strofe che presentano situazioni slegate tra di loro fa un chiaro riferimento alla guerra che finisce nel momento che i soldati si rifiutano di combatterla… c’è davvero bisogno di commentare la scelta di questi due brani così attuali anche oggi?
Alla fine del concerto gli applausi sono stati tanti e tutti meritatissimi da quelli alla bravissima Liliana Maffei che ha saputo coinvolgere anche i bambini del pubblico nell’interpretare i musicanti di Brema, all’indispensabile Anna Castellazzi, al vulcanico e inarrestabile Direttore Giuseppina Levato ma un applauso speciale va all’Ensemble per la bravura nell’esecuzione di brani sicuramente impegnativi e un doppio applauso a Tiziano Briccoli, lo straordinario interprete del gallo perché è molto facile imitare un galletto giovane e arzillo ma imitare il verso di un gallo vecchio e malandato rasenta davvero il virtuosismo.
Lo spettacolo sarà replicato giovedì 9 maggio presso la Scuola Europea di Varese.