Close-Lucé, la fine di una vita, la consacrazione di un mito
1 anno ago Clementina Levato“La Gioconda attraversò le Alpi a dorso di mulo e venne a sorridere a Close-Lucé”
Questa è la scritta che si legge all'ingresso dello chateau di Close-Lucé ad Amboise a ricordare un evento che nei secoli ha affascinato milioni di persone.
Il 2 Maggio 1519, nel piccolo maniero di Clos-Lucé, ad Amboise, Francia, si spegneva, all'età di 67 anni, colui che, ancora oggi, è considerato il più grande genio mai vissuto al mondo: Leonardo da Vinci.
Era giunto lì dietro le pressanti richieste del sovrano francese Francesco I.
Ritratto di Francesco I, Chateau Royal d'Amboise
All'inizio del 1516 Leonardo aveva accettato l'invito di Francesco I di stabilirsi in Francia ma nell'agosto del 1516 era ancora a Roma. In autunno, prima della neve, affrontò il viaggio accompagnato da Francesco Melzi e da un servitore, Battista de Vilanis, seguì la strada delle Alpi e scese in Savoia portando con sè tre dipinti: la Gioconda, Sant'Anna e il San Giovanni Battista, sul suo diario annotò il passaggio attraverso il villaggio di Saint – Gervaise.
Chateau di Cloux, Amboise
Il re lo accolse con onore, gli diede il castello di Cloux, vicino ad Amboise e Leonardo visse per il resto della sua vita in Francia, lungo le rive della Loira dove i reali di Francia e i nobili che potevano permetterselo costruirono una serie di magnifiche residenze che ancora oggi rappresentano un patrimonio straordinario di eleganza, bellezza e testimonianza della capacità umana di creare angoli meravigliosi che affascinano e deliziano le migliaia di visitatori che si lasciano incantare dagli splendidi chateaux.
Chateau Royal, Amboise
In cambio dell'ospitalità e dei privilegi che gli concesse, Francesco chiese all'artista solo il piacere di conversare con lui giungendo ogni giorno al maniero, secondo una leggenda che non ha trovato conferma, attraverso i sotterranei che congiungevano la residenza di Leonardo allo Chateau Royal di Amboise.
Chateau Royal e giardini, Amboise
Il monarca aveva istallato nella sua casa Leonardo ed era diventato un suo caro amico garantendogli la tranquillità economica con uno stipendio fisso di 700 scudi d'oro all'anno ed in più con la certezza che sarebbe stato pagato per tutti i lavori da lui eseguiti.
Monumento a Leonardo nei giardini del castello reale di Amboise
Monumento a Leonardo nei giardini del castello reale di Amboise, particolare
Ma Leonardo non è solo a Close-Lucé, la sua tomba si trova nel cortile del vicino castello di Amboise nella cappella di Saint-Hubert. Qualche settimana prima della morte Leonardo aveva redatto il suo testamento dove esprimeva il desiderio di essere seppellito nel chiostro della chiesa di Saint-Florentin, dopo cinquant'anni, durante i disordini delle lotte religiose tra cattolici e ugonotti, la tomba venne violata e i resti dispersi. Nel 1874 delle ossa ritrovate insieme a frammenti di lapide con il suo nome furono ricomposti nella cappella di Saint-Hubert.
Un'altra testimonianza della sua presenza in Francia è l'imponente scalinata a doppia rivoluzione da lui progettata per la città ideale di Romorantin, destinata ad essere la nuova capitale della Francia e mai realizzata. La scalinata a doppia elica fu invece costruita nel maestoso atrio del castello di Chambord ed intorno ad essa ruota tutta la struttura del castello.
Chateau de Chambord
La scala a doppia chiocciola è composta da un nucleo centrale cavo e forato da finestre
Interno della tromba delle scale del Castello di Chambord
che danno luce alla struttura intorno al quale si snodano due rampe gemelle di gradini elicoidali che salgono dai piani nobili del mastio
Una delle rampe della scalinata a doppia rivoluzione
fino alle terrazze per finire nella torre più alta del castello, la torre lanterna.
Accesso alla scalinata dalla torre lanterna
I gradini si sovrappongono senza incrociarsi mai così che una persona possa salire e un'altra scendere senza incontrarsi anche se possono vedersi attraverso le finestre che si aprono sulla tromba delle scale.
A Clos-Lucé, Leonardo, forse per la prima volta nella sua lunga vita, è libero di parlare, sperimentare e sognare circondato dall'affetto del re, di sua sorella Margherita e di tutta la corte, inoltre trova anche molti italiani in Francia tra cui il paesaggista Pacello, i falegnami chiamati per l'abbellimento del castello di Amboise e numerosi sarti che portarono magnifici tessuti da Napoli.
Il maniero, incredibilmente salvato dalla furia della rivoluzione francese dal proprietario, conserva ancora la camera da letto di Leonardo, anche se nella tradizione si tramanda l'immagine di Leonardo che muore tra le braccia di Francesco I in realtà il re si trovava a Saint-Germain-en-Laye, al battesimo del figlio, fu Francesco Melzi a portargli la notizia.
Camera da letto di Leonardo
la cucina,
il suo studio,
il gabinetto scientifico
il giardino dove amava passeggiare tra le piante che tante volte aveva ritratto nei suoi quadri o nelle pagine dei suoi diari per gli studi di botanica.
Nel seminterrato si possono toccare con mano i modellini spesso a grandezza naturale di macchine da guerra
Carro armato
Cannone a canne multiple
ed innumerevoli altre straordinarie invenzioni dalle quali, cinque secoli dopo, siamo circondati, il tutto ricostruito seguendo rigorosamente i disegni e i progetti del Maestro.
Prototipo di velocipede,
Meccanismo a ruote dentate,
Nel parco si trova l'orto che Leonardo amava curare, l'artista era per un'alimentazione sana ed equilibrata, era lui stesso a dare le indicazioni sulla dieta alla sua cuoca,
e il giardino dove sono installate molte altre macchine progettate da Leonardo come un ponte autoportante,
il ponte a due livelli,
la vita aerea,
Dei tre dipinti che Leonardo aveva con sé si sa che San Giovanni fu lasciato in eredità dal Maestro al suo allievo Salaì e poi, forse, venduto al re dai suoi eredi
San Giovanni Battista
Sant'Anna, probabilmente venduta dallo stesso Leonardo a Francesco I, fu ritrovata nel 1629 dal cardinale Richelieu a Casale durante la guerra del Monferrato e da lui offerta al sovrano francese.
Sant'Anna, la Vergine con il Bambino e l'agnellino
La Gioconda, il quadro mai consegnato al committente e mai finito, il quadro che Leonardo aveva portato con sé in tutti i suoi viaggi in Italia e in Francia, il quadro che aveva amato sopra ogni altro al punto da non riuscire a staccarsene, venne venduto dallo stesso artista al re Francesco I forse per 4000 ducati d'oro e ancora oggi, dopo 504 anni dalla scomparsa del suo autore, continua a sorridere ai suoi ammiratori nella Salle des Etats, nel Pavillon Denon, al primo piano, nel Museo del Louvre, a Parigi.
Ologramma di Leonardo da Vinci e Francesco I accanto alla Gioconda
Il percorso nel maniero è punteggiato da frasi di Leonardo stesso ed è come se fosse lui in persona a guidarti lungo le sale alla riscoperta di un individuo che non rientra in nessuna categoria tranne che in quella di essere umano.